giovedì 1 aprile 2010

il Cern e la Svizzera, le intercettazioni e l'Italia


Da quando, al liceo, il mio professore di Fisica ha voluto portare la classe al Cern di Ginevra, io sono sempre stato estremamente affascinato da questa ricerca reale sull'origine dell'universo, basata sulla legge di Einstein per cui l'energia è più o meno la stessa cosa della massa.
Una ricerca poetica. La famosa visione dell'inizio. (E tralascio consapevolmente qui tutti i paradossi che ne scaturiscono.) Ciò che gli scienziati vogliono vedere (ma vederlo per davvero) è il famoso - e poetico anche nel nome - bosone di Higgs, la "particella di Dio". Due protoni lanciati a energie inaudite - 7 teraelettronvolt - che, scontrandosi, generano energie talmente elevate da creare massa originaria. La massa del dio della fisica.
Tutto l'esperimento del Large Hadron Collider si basa sull'elementare principio dell'intercettazione reciproca di due particelle elementari.

Ieri a Ginevra è stato ottenuto un risultato eccezionale. Nello stesso giorno in cui si è saputo - dopo lo slancio per il trionfo alle regionali - che in Italia il Senato si sta preparando a licenziare il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni. Un giornalista che, per esempio, pubblicherà intercettazioni non trascritte perché ritenute penalmente irrilevanti (ma magari non moralmente, cosa che dovrebbe essere fondamentale per un elettore) verrà punito con reclusione fino a 3 anni. E poi multe salatissime, che solo pochi editori potranno permettersi. Il giornalismo rischierà di diventare, ancora di più, una lotta tra editori, in cui la libertà di espressione del giornalista significherà ancora meno di adesso, e il diritto di cronaca se ne sarà andato una volta per tutte a farsi benedire.

E il principio comico evidente dei due significati, nello stesso giorno, dello stesso termine: "intercettazione".
A 40 chilometri da dove vivo (Milano) significa "energia" e "ricerca". Dove vivo significa "repressione" e "censura".

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