mercoledì 10 marzo 2010

la vergogna


Viaggiare è di certo una delle cose che più mi piace fare. Puntualmente, a ogni viaggio, in qualunque posto mi trovi, mi capita di incontrare gente da ogni Paese del mondo, che viaggia come me. Alla domanda sul mio luogo d'origine io ultimamente sono sempre più in imbarazzo. Rispondere "I'm from Italy" è sempre più difficile.

Per fortuna, subito dopo posso affermare di essere anche "from Milan", sicuro che poi le battute saranno sul tifo tra Inter e Milan, e sulla moda. Ma to be from Italy, per me, diventa vergognoso. Lo leggo negli occhi di chi mi sta di fronte. Di solito gente ben informata che sa quello che succede nel mio Paese, che anzi a volte ne sa più di me, per cose di cui i nostri media non parlano. Spesso mi sono stati raccontati episodi su performance del mio premier in visita nei loro Paesi, cose che io non potevo sapere.

E' brutta la vergogna di essere italiani, di fronte agli altri.
Io, certo, continuerò a professarmi figlio dei latini con la testa alzata, lo sguardo fiero e la mano sul cuore, ma dopo questo ennesimo colpo durissimo alla mia libertà personale, il decreto anticostituzionale e violentissimo sulla legge elettorale, poi bocciato dal Tar, tutto quello che lo ha preceduto e tutto quello che è seguito, dovrò resistere alla tentazione di dire: "For me, I'm from Milan. AC, Milan".
Sentirsi meno liberi di un altro essere umano lascia addosso un senso indicibile di vergogna difficile da ripulire.

Nessun commento: