venerdì 2 dicembre 2011

L'Italia in un'immagine. Crac economico e mafia. Il cambiamento collettivo oppure il niente.

Quanto tempo sarà necessario ai mezzi di informazione di maggior diffusione, e poi quindi a tutti noi per capire che cosa è davvero in gioco in questi giorni nel nostro Paese?

Quanto ci vorrà per capire che la favola che la mafia è confinata al Sud, lasciando quindi il Nord produttivo intatto e salvando per la stessa ragione tutto il Paese - che così è esonerato dal guardarsi allo specchio -, è stata appunto una favoletta buona per animi semplici e troppo sensibili?
Che tutto il Paese è arrivato a una soglia insormontabile?

Nell'operazione contro il clan Valle-Lampada è delineato tutto il mondo che circonda la mafia, che a Milano fa esattamente come a Reggio Calabria.
Implicati, oltre ai mafiosi: alcuni imprenditori, 2 giudici, un avvocato, un consigliere regionale, un funzionario della Guardia di Finanza milanese, 2 politici milanesi di primo piano. C'è poi anche la presenza del Vaticano: Giulio Lampada viene nominato cavaliere di San Silvestro dal Cardinal Bertone, nelle intercettazioni si vanta di essere diventato "Eccellenza" per la Chiesa.

Questo è tutto il mondo italiano condensato in un'immagine.

Le procure del Nord Italia ci stanno spingendo sempre più prepotentemente su un orlo da cui non potremo più tornare indietro. La nostra difficoltà in questo momento è legata al coraggio di fare il passo. La crisi economica europea (e soprattutto la nostra) ci sta violentemente mettendo di fronte a una presa di posizione a cui noi italiani non siamo abituati: la svolta radicale dalla nostra natura. O questo, oppure finiamo, ci esponiamo al crac economico.
O rinneghiamo noi stessi, oppure smettiamo di esistere come popolo "ricco" agli occhi degli altri Paesi.

Come si può ancora non capire che la corruzione diffusa, la mafia e l'evasione fiscale sono la causa del nostro baratro?
Eppure anche sono ciò che ci sta spingendo di fronte alla nostra vera natura? Sono ciò che ci sta costringendo a dismettere le maschere, le forme sempre belle e sempre salvate?

Come si fa a non capire che ciecamente ci siamo costretti a doverci guardare in faccia?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Uno dei pilastri dell'impalcatura culturale che rende possibile alle mafie e agli atteggiamenti mafiosi di resistere e prosperare, sta nel credere che le mafie, nonostante tutto, creino lavoro, facciano girare l'economia, forse tale percezione è squisitamente territoriale, non è forse presente in sicilia, ma in campania sì, del resto, come descrive Saviano e il processo Spartacus, i boss del "sistema" si presentano come imprendotori, mi pare di capire valga lo stesso in Lombardia.

Comunicazione di servizio: ma hai i feed disattivi? avevo inserito il tuo blog nel lettore di Wordpress, ma non mi ha rilevato i tuoi due ultimi post.

Ciao, Barabba Marlin

Roberta ha detto...

Sono d'accordo con 'Magaridomani', le mafie hanno troppo potere e tutti aiutiamo a questa situazione. Bisogna lavorare insieme per modificare le cose, come diceva ieri sera Benigni. La situazione è critica e dobbiamo imparare a stare insieme. Non c'è altro modo di andare avanti. Roby di prestito inpdap