lunedì 21 novembre 2011

32 ore per scrivere finalmente la verità


(Questo scritto ora si trova anche su Cado in piedi.)

Trentadue ore di camera di consiglio nell'aula bunker del Tribunale di Milano per scrivere in una maxisentenza di primo grado in rito abbreviato che 110 dei 118 imputati (gli altri 8: 3 non luogo a procedere perché già condannati in procedimento analogo - i capi della Locale di Lonate Pozzolo, già condannati nel processo Bad Boys; 1 imputato ha visto la morte prima della sentenza; 4 assoluzioni) sono colpevoli di associazione mafiosa.

110 sono gli appartenenti alla 'ndrangheta condannati sul suolo della Lombardia, per il rito abbreviato. Arriverà anche quello ordinario. Naturalmente il numero degli affiliati è almeno 20 volte questo.

Agiscono nei nostri cortili, nei nostri palazzi, abitano sui nostri stessi pianerottoli e costruiscono interi paesi, asfaltano le nostre strade, disegnano le rotonde al posto dei semafori, muovono montagne di denaro procurato con lo spaccio di coca nelle zone della movida, lavorano sui cantieri delle grandi opere - autostrada A4 e TAV -, comandano fette importanti della nostra sanità, degli ospedali in cui ci ricoveriamo, sono i proprietari dei bar, dei ristoranti, delle discoteche in cui siamo andati da sempre, tengono uno dei settori più produttivi (quello commerciale) sotto scacco attraverso il pizzo, incendiano le nostre città per mostrare a tutti il loro potere, operano il voto di scambio per rimanere legati alla politica.

Cioè fanno esattamente quello che fanno al sud, solo in modo più dispersivo - date le diverse dimensioni e densità di popolazione - più nascosto. Agendo sfruttando un'omertà tutta settentrionale, fatta di una pasta diversa di quella del sud, ma identica nella sostanza.

Tutto quello che ho raccontato in Alveare finalmente e di nuovo è anche una verità giudiziaria.
Enorme, maxi appunto, che non si può fare a meno di non vedere.

[Dedicato ai giornali nazionali e ai Tg.]

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