mercoledì 12 novembre 2008

direzione


19/5/1998

Non c'è direzione se non c'è fiducia. Così, se non siamo a posto con noi stessi, non possiamo avere direzioni, e tutto perde di senso. La direzione dà il senso. Fiducia vuol dire capacità di uscire da noi stessi e imboccare una direzione. Se uno fosse nel deserto con nessun altro punto di riferimento che se stesso e gli si dicesse: "Vai!", lui chiederà "Dove?". Se ha già una direzione (cioè se ha già la domanda, che vuol dire avere già la direzione, il senso della risposta) e gli si risponderà ancora "Vai!", lui andrà in linea retta in una direzione qualsiasi, cioè guardando sempre il suo "Dove?", cioè la domanda che è la sua meta, è il secondo punto nello spazio che segna la direzione: IO------>DOVE? Andrà in linea retta, cioè avrà sempre lo sguardo rivolto alla meta. Senza domanda sono solo un punto, cioè sto fermo; con la domanda mi muovo, ma mi serve già la fiducia, non nella risposta, ma nella domanda (cioè nella chiusura-apertura; vedi 7/1/1998).
Porsi una domanda vuol dire porla come secondo punto verso cui si guarda, andando in linea retta.
La domanda pone un'equazione lineare che è data dal fatto che i nostri occhi sono sullo stesso lato nel quale ci muoviamo: gli occhi vedono in linea retta [e non "(" o ")" oppure "O", o ancora "a caso", ma questo non c'entra qui, c'entra per chi la domanda non se la pone, prima di stare fermo] e noi ci muoviamo con loro: y=x, cioè occhi=gambe/braccia, ma se non vedo non mi muovo, e per vedere devo avere fiducia nella domanda.

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