Mentre Feltri sul Giornale implora contro il pericolosissimo, per il Pdl, astensionismo alla francese, il nostro Primo ministro, nel pubblicizzare l'appello per la "festa" intitolata - manco a dirlo - "l'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio", fa quello che ha sempre dato prova di saper fare meglio, da pubblicitario qual è: il ribaltamento della verità di fatto per un uso personale.
Laddove sa che il senso comune è sensibile come mai al tema della giustizia e della legalità (i processi in cui è imputato, le inchieste a suo carico, eccetera), lui naturalmente lo usa da par suo: al contrario. E dice: "Tutti in piazza il 25 marzo per la giustizia". Appunto.
E sono quindici anni pesantissimi che è in atto questa strategia.
Si prendono le accuse; si fiutano il clima e i sentimenti del Paese (quelli sono "veri", ognuno li sente addosso), e si ribaltano, utilizzandoli con altri scopi.
Con gravissime conseguenze per il senso generale per la "verità", e la creazione di un inedito smarrimento sociale.
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